Respinta, a San Marino, per una "questione di buon senso", con 36 No – 11 Sì, la proposta di istituire una commissione di inchiesta, presentata in Consiglio Grande e Generale da Su, Civico 10 e Rete.
Grazie a questo risultato la Repubblica di San Marino può continuare ad occupare l'ultimo posto a livello mondiale fra i Paesi che si preoccupano di contrastare la corruzione.
Per evitare di perdere la suddetta posizione, i lavori del Consiglio sono stati protratti fino a notte fonda, come quando si deve affrontare una urgenza. Come se il Paese fosse sovrastato da un pericolo assolutamente da scongiurare senza ritardi.
La situazione che la maggioranza di Governo, espressione della coalizione San Marino Bene Comune, ha inteso assolutamente proteggere è stata descritta in questi termini da Francesca Michelotti, consigliere di Sinistra Unita, nella stessa seduta consiliare.
La corruzione per restare impunita si è fatta sistema. E infligge a tutta la comunità un incommensurabile danno, dando luogo a enormi profitti privati che finanziano il consenso elettorale che copre i comitati d’affari. Il sistema finanziario ha introdotto la categoria della corruzione di Stato. Ed è poi diventato territorio di conquista. San Marino è diventata una propaggine funzionale a un sistema incontrollabile di corruttele pubbliche e private di scala superiore alla nostra dimensione domestica. E’ un fenomeno al di fuori della nostra portata. E’ arrivata la criminalità organizzata e il Paese ha perso di reputazione. Ora i partiti si chiudono a difesa degli esponenti coinvolti e li assolvono accampando complotti e parlando di macchina del fango.