Mario Gradara - Il Resto del Carlino: «No a una nuova casbah a Marina centro» / In arrivo un minimarket etnico nel palazzo di Fuksas, commercianti in rivolta
RIMINI. «RISCHIAMO di diventare una ‘Miramare 2’, o peggio un ghetto tipo ‘Nuovo Borgo Marina’. Non vogliamo che si permetta di aprire i battenti al minimarket gestito da cingalesi in mezzo ai nostri negozi e boutique, ne risenterebbe anche il valore immobiliare del ‘Mareo’ disegnato da Fuksas». E’ un coro di proteste quello che si leva dagli operatori commerciali del ‘salotto buono’ di Marina Centro. In particolare quel pezzo di lungomare, tra il porto e piazzale Kennedy, che sinora è riuscito ad evitare di trasformarsi in una casbash. Il minimarket degli immigrati dello Sri Lanka prenderà il posto, a partire da febbraio, dell’ampio spazio occupato sino al 28 ottobre dal centro estetico ‘Ute’, spostatosi in via Centauro. «Ci risulta fosse scaduto il contratto d’affitto e la Ute non abbia trovato un accordo con la proprietà», dicono Tullio Angelini e Daniela Genghini, parrucchieri a due passi dal negozio in questione, al piano terra del ‘Mare’. «Non abbiamo niente contro gli immigrati — proseguono Daniela e Tullio — ma tutti sappiamo come lavorano queste persone, piazzando mercanzia all’esterno, vendendo mercanzia di poco valore a basso prezzo, e soprattutto attirando altre attività di loro connazionali, dopo aver squalificato la zona e ‘fatto fuggire’ i commercianti tradizionali. Ti portano a chiudere uno dopo l’altro, l’area si spopola e diventa un Bronx. Temiamo un effetto Borgo Marina. Ne parleremo all’amministratore». Una riunione di condominio è fissata per il 16 gennaio. Se ne vedranno (e sentiranno) delle belle. «Sono preoccupato anche io — ammette l’amministratore Massimo Amati —. (...)